Il tracciato si snoda sul piano planimetrico quasi verticalmente sulle mappe, su una distanza di circa 43 km, con un andamento tortuoso da NNO a SSE, tra le subregioni storiche dell'alta Baronia di Siniscola e della bassa Baronia di Orosei, attraverso il territorio comunale di Irgoli ma senza entrare nel paese, e lambendo appena il centro abitato di Onifai, alle pendici dell'altipiano de “Su Gollei”.
Il profilo altimetrico mostra chiaramente l'andamento delle quote: dopo i primi 7 km sotto quota 100 mt ci si inerpica su una ripida salita verso i 650 metri del monte Senes, per tornare con le stesse pendenze ma contrarie, nuovamente su una quota media di 100 mt. Solo dopo Onifai si risale per un paio di km sull'altipiano de "Su Gollei" intorno a quota 150, per arrivare in breve a quota mare a Orosei.
Il tracciato è quasi interamente percorribile su strade asfaltate secondarie, nella prima metà del percorso totalmente abbandonate alle ingiurie del tempo e in pessime condizioni, intervallate ad alcuni tratti su stradelle interpoderali bianche che invece sono tenute in ottimo stato di manutenzione.
Il traffico veicolare è praticamente inesistente e per questo motivo, unitamente al tipo di fondo, la via è particolarmente adatta ad essere battuta sia dai ciclisti ai quali è sufficiente un solo giorno sui pedali, sia dai camminanti tipicamente in due giornate, con pernottamento alla Locanda del Pellegrino, in località Norghio, quasi in cima al Monte Senes.
L'avvicinamento alla chiesa di San Giacomo il Minore, posta al principio del Cammino può avvenire sia accedendo dalla SP45 per chi viene da Nuoro, che dalla zona industriale sud di Siniscola sia per chi proviene da Nord che per chi da sud preferisce percorrere la 131 DCN anziché la vecchia SP45. Per maggiori dettagli, vedere la pagina "Logistica e trasporti".
Considerato il carattere recentissimo dell'iniziativa, va detto che la direzione del Cammino è ben segnalata con sufficienti indicazioni in vernice gialla su asfalto, rocce, muri, poste nei bivi e nei punti in cui potrebbero altrimenti esserci dubbi sulla direzione da prendere. Soprattutto nel primo terzo del Cammino. In alcune zone archeologiche così come in alcuni bivi dove non è stato ancora possibile collocare indicazioni stabili, si possono trovare dei cartelli provvisori in cartoncino plastificato, collocati in occasione del primo passaggio del 1 maggio 2015, sufficientemente visibili, ma destinati a rapido deterioramento a causa delle intemperie. Saranno comunque sostituiti al più presto con indicazioni stabili.
Più avanti, in particolare, dalla chiesa di Santa Caterina in poi, le indicazioni specifiche del Cammino, nei primi tempi alquanto rarefatte, sono state recentemente incrementate per cui allo stato attuale, tutto il Cammino è decisamente ben segnalato e consente una agevole individuazione di tutti i bivi e soste di culto.
Quasi al termine dell'erta, in prossimità del valico è possibile visitare l'area archeologica di Janna 'e Pruna.
Un particolare dell'area archeologica di Janna 'e Pruna. |
Proseguendo in salita si giunge allo spartiacque, in prossimità del cancello di ingresso al parco Norghio con annessa locanda attrezzata con bar, ristorante, e con 40 posti letto per chi volesse pernottare e proseguire il giorno seguente.
Imboccata la lunga e ripida discesa verso la valle del fiume Cedrino, dopo pochi chilometri si trovano in agro di Irgoli i ruderi di due chiesette bizantine: Sant'Elene e Santa Caterina.
Sei chilometri prima di Onifai, dopo una breve deviazione a sinistra si giunge alla chiesetta di Santu Juanne Istranzu, in agro di Onifai.
Tornati sul Cammino, direzione Irgoli, si fa rotta verso Onifai accedendo al paesino dall'ingresso nord e scendendo bruscamente di quota per portarsi in centro dove è possibile rifocillarsi prima di affrontare l'ultimo tratto in ripida ascesa verso l'altipiano de “Su Gollei” a quota 150 msldm.
Pochi chilometri di rettilineo sul pianoro e si arriva all'inizio della discesa verso Orosei.
Un po' come in Galizia dal Monte do Gozo in poi, anche qui si è prossimi alla meta e già se ne respira l'aria. Solo una manciata di chilometri sul lieve declivio, passando dinanzi alla chiesetta di San Giovanni Evangelista, separano il pellegrino dal Santuario di San Giacomo il Maggiore; caposaldo di arrivo del pellegrinaggio.